img_9004(2).jpeg
logo_rossello

“Nei quadri di Rossello sta come sospeso un dialogo che sottintende una vibrazione cifrata, come fu tra gli atomi dei filosofi greci. È un tentativo di fermare il tempo servendosi della sua componente osiamo dire algebrica, calcolo di meno e di più quantità che si cancellano e si creano... Così Mario Rossello sembra guardare dal di fuori... un luogo nel quale ci muoviamo senza accorgerci, che non è più il mondo presente ma uno spazio dove il simbolismo e l’informale sono diventati amori illeciti, peccati di estetismo e manierismo.”

 

Salvatore Quasimodo

Mario Rossello

 

L'inizio albisolese

311216_366137173467974_1830376906_n.jpeg

Nato a Savona nel 1927, si avvicinò al mondo dell'arte sin da giovane. Aveva 17 anni quando chiese al fratello di accompagnarlo dai suoi genitori perché desiderava spiegargli che voleva fare il pittore. La madre chiuse l’incontro dicendo “Se Mario vuole fare il pittore farà il pittore; l’importante è che lo faccia bene”.

La sua passione e il suo talento lo portarono a specializzarsi come ceramista ad Albisola Superiore, un luogo intriso di una tradizione secolare di artigianato ed espressione artistica, presso il laboratorio di ceramica di Giovanni Poggi. Fu lì che assorbì l'antica maestria dell'arte della ceramica, trovando la sua personale sintesi ed unità nella creazione di opere dipinte e cotte.

Nella foto: Lucio Fontana e Mario Rossello

L'astrattismo

Mario, dopo aver iniziato la sua carriera artistica con un approccio figurativo di ispirazione post-cubista, si volse gradualmente verso la pittura astratta. Fu nei primi anni '50 che si recò a Milano per immergersi nella vibrante scena artistica della città, e durante questo periodo ebbe l'opportunità di partecipare a una mostra di grande rilievo presso la Galleria San Fedele di Milano nel 1957. La mostra, intitolata "ARTE NUCLEARE", radunava importanti artisti come Baj, Bemporad, Bertini, Dangelo, Yves Klein, Piero Manzoni, Arnaldo Pomodoro, Gio Pomodoro, Sordini, Verga, Jorn e Vandercam, e contribuì a plasmare ulteriormente il suo percorso artistico.

La sua prima mostra personale fu ospitata nel 1954 presso la Galleria Sant'Andrea di Savona. Quello stesso anno, Albissola divenne il fulcro dell'arte contemporanea grazie agli Incontri Internazionali della Ceramica.

Intorno al 1960, Mario si trasferì a Milano, senza però abbandonare la sua amata Albisola. Nel capoluogo lombardo, si inserì attivamente nel vivace dibattito artistico della città, diventando un protagonista riconosciuto della corrente artistica della Nuova figurazione. Le sue opere furono esposte in importanti mostre, tra cui la Biennale di Venezia del 1986 e la Quadriennale di Roma del xxx. Altre esposizioni significative furono la partecipazione alla FIAC di Parigi nel 1985, a Palazzo Grassi di Venezia nel 1976 e al Palazzo Reale di Milano nel 1973.

Nella foto: Episodio della mutazione, 1962, olio su tela, 195x130 cm

episodio della mutazione, 1962, olio su tela, 195x130 cm.jpeg

 

L'uomo-robot

uomo alla finestra, 1967, olio su tela 105x120 cm.jpeg

La pittura di Rossello manteneva forti richiami alla corrente "nucleare" che caratterizzava l'arte di quegli anni, ma verso la fine degli anni '60 il suo stile si avvicinò sempre più all'astrattismo, per poi trovare ispirazione nella serie dei robot.

"Alienazione è un vocabolo talmente abusato da dare la nausea. Nel caso di Rossello è inevitabile. I personaggi di Rossello sono alienati fino alle midolla, si sentono orrendamente soli anche in mezzo alla folla, cercano di comunicare, ma lastre di cristallo per lo più invisibili li separano gli uni dagli altri, chiudendoli come in tante celle ermetiche. Spazi psicologici, lui li chiama, zone di spazio-tempo. Certo non sono felici. Osservateli per esempio quando vanno al mare in vacanza. Seduti sul bordo di un molo o sulla groppa di uno scoglio, se ne stanno per ore e ore, soli, immobili, fissando l’erma immensità delle acque".
(Dino Buzzati, “Nel mondo alienato di Mario Rossello”, Corriere d’Informazione, 23 giugno 1967)

Nella foto: Mario Rossello, Uomo alla finestra, 1967, olio su tela, cm 105x120

L'Albero

sole nell_albero, 1987, olio e smalto su tela, cm 130x162.jpeg

​Negli anni '70, Mario trascorse un periodo a Parigi, dove si immerse in intensi e significativi scambi culturali.

Ed è verso la fine degli anni '70 che Rossello si avvicina al soggetto che caratterizzò maggiormente la sua opera: l’Albero.

“In tale contesto irrompe “l’albero” come elemento liberatorio di gesti e di pensieri frutto da una parte della spinta dinamica di matrice futurista e dall’altra di quel processo di sintesi e di formulazione mentale attivato da Mondrian” spiega Luciano Caprile.

 

​Continuò a lavorare instancabilmente, dividendo il suo tempo tra Albissola e Milano, fino alla sua morte.

 

La sua arte si è espressa attraverso diversi medium, tra cui la ceramica, la scultura e la grafica. Rossello ha realizzato opere di diverse dimensioni, dalle tele ai grandi altorilievi in marmo, tutte caratterizzate da temi legati alla natura, con una particolare attenzione al simbolo dell’Albero e alla sua simbologia.

 

Durante la sua carriera, ha ottenuto riconoscimenti e pubblicazioni di prestigio. Nel 1982, le Edizioni Vanessa hanno pubblicato una monografia su Rossello con un testo di Renato Barilli. Nel 1999, su incarico dell’architetto Renzo Piano, Rossello ha eseguito grandi aquile in marmo bianco destinate ai piloni di altrettante campane nel sagrato della nuova Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo.

 

La sua eredità artistica rimane una testimonianza tangibile della sua passione, del suo impegno e della sua abilità nel creare opere che hanno lasciato un'impronta significativa nel mondo dell'arte contemporanea italiana. La sua arte continua ad essere esposta e apprezzata anche dopo la sua morte, come dimostrato dalle numerose mostre postume che gli sono state dedicate.

 

​Nella foto: Mario Rossello, Sole nell'albero, 1987, olio e smalto su tela, cm 130x162 (particolare).

20230803_144031.jpeg

Catalogo delle opere

lucio fontana a una mostra di rossello.jpeg

Fototeca